Il 3° workshop intitolato "Valutazione dei servizi ecosistemici da parte degli Stakeholders" si è tenuto lo scorso 23 novembre 2017 presso il Campus Agripolis di Legnaro (Padova) dell’Università degli Studi di Padova – Dipartimento DAFNAE. Vari gli stakeholders che hanno aderito all'iniziativa lanciata dal progetto Europeo RECARE.
Lista dei partecipanti:
Cognome e Nome | Categoria Stakeholder / Istituzione | genere |
Bin, Oddino | Servizi di consulenza | m |
Boldrin, Mario | Servizi di consulenza | m |
Bortoli, Emanuele | Agricoltore | m |
Camarotto, Carlo | Ricercatore, Università | m |
Chiarini, Francesca | Ricercatore, Istituto di Ricerca | f |
Fantinato, Luciano | Servizi di consulenza | m |
Furlan, Lorenzo | Ricercatore, Istituto di Ricerca | m |
Giandon, Paolo | Amministrazione Regionale, protezione ambientale | m |
Lazzaro, Barbara | Amministrazione Regionale, agricoltura e uso del suolo | f |
Longo, Matteo | Ricercatore, Università | m |
Michieletto, Primo | Agricoltore | m |
Morari, Francesco | Ricercatore, Università | m |
Piccoli, Ilaria | Ricercatore, Università | f |
Trettenero, Anna | Agricoltore | f |
Sono stati presentati i risultati parziali della prova sperimentale in atto. In accordo con quanto deciso nei precedenti workshop, l’agricoltura conservativa (CA) e la copertura continuativa del suolo con cover crop (CC) sono state selezionate come misure da sperimentare nell’ottica di invertire il degrado del suolo in seguito alla perdita di sostanza organica nei suoli minerali. Tre diverse aziende agricole (“Vallevecchia”, “Diana” e “Sasse Rami”) sono state selezionate in tutta la regione Veneto e monitorate negli ultimi due anni, raccogliendo, tra gli altri, dati di produzione totale di biomassa e contenuto di carbonio organico. Inoltre, l’azienda “Sasse Rami”, sita nel Comune di Ceregnano (RO), è stata dotata di una stazione di monitoraggio del contenuto idrico del suolo, utile per comprendere la dinamica suolo-acqua e per stimare il bilancio dell’azoto nelle diverse misure.
Gli stakehoder hanno discusso sui vantaggi e gli svantaggi che le due misure studiate (CA, CC), in confronto all’agricoltura di stampo convenzionale (CV), comportano nei riguardi di vari servizi ecosistemici, quali, a esempio, il miglioramento della qualità delle acque sotterranee, la riduzione dell’emissioni di gas serra oppure il decremento della produttività agricola. Il confronto è avvenuto sia ragionando su diverse scale spaziali, distinguendo benefici/svantaggi a carattere locale da quelli agenti su aree più ampie, e su differenti livelli temporali, differenziando un’analisi di breve periodo da una con un orizzonte temporale di dieci anni. Attraverso un semplice sistema di punteggio, gli stakeholder hanno potuto valutare il diverso grado d’importanza dei benefici/svantaggi sui servizi ecosistemici che le misure comportano.
Dalla discussione è emerso che entrambe le misure sperimentate possono offrire benefici e svantaggi. Gli stakeholder non hanno identificato una misura sperimentale ottimale. La scelta di una misura o dell’altra dipende dai risultati attesi, dai servizi ecosistemici che s’intendono favorire, dalle diverse condizioni pedo-climatiche e di utilizzo delle colture, dal tipo di gestione. Tuttavia, buona parte del successo nell’adozione delle misure sperimentali dipenderà dai fondi del PSR, che supportano la loro applicazione in campo. Tra i vantaggi emersi nell’utilizzo delle misure, è stato considerato di rilevante importanza la riduzione dei gas serra. Tra gli svantaggi, intimorisce nel breve periodo la diminuzione delle produzioni, mentre nel lungo periodo è sospettato un aumento nell’uso dei pesticidi.
All’interno del workshop si è trattato anche il tema degli “Ostacoli e delle Opportunità per l’adozione delle misure”, coinvolgendo gli stakeholder in una generale valutazione su come il contesto socio-economico, storico, politico, istituzionale e individuale possa creare ostacoli e/o opportunità per l’adozione di nuove misure che riguardano la conservazione e il miglioramento della risorsa suolo, concentrandosi sulle quelle sviluppate all’interno del progetto Recare (nel nostro caso la sola agricoltura conservativa).
Gli stakeholder hanno evidenziato alcuni ostacoli, perlopiù collegati alla bassa attrattività della misura stessa, dovuta ai passati fallimenti, all’iniziale diminuzione della redditività, agli effetti negativi sul suolo e sul sistema agricolo (compattamento, gestione malerbe, ecc.). Tra le soluzioni identificate, un generale aumento delle competenze a tutti i livelli (agricoltori, formatori, macchinari, ecc.) e una semplificazione degli aspetti burocratici per attingere ai fondi istituzionali sono le maggiormente indicate dagli stakeholder.
Alcune foto dell'evento
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